Giovanni Bellini «Pietà - Uomo dei Dolori Imago Pietatis» Museo Poldi Pezzoli a Milano, Italia

Giovanni Bellini (1427 – 1516) «Pietà - Uomo dei Dolori Imago Pietatis»

Pittura - Tempera su tavola (50 x 40,4 cm) 1457

Giovanni Bellini, Pietà - Uomo dei Dolori Imago Pietatis, Museo Poldi Pezzoli a Milano, Italia

Pietà Imago Pietatis Questo «Imago Pietatis», questo «Uomo dei dolori» dipinto da Giovanni Bellini è un'opera giovanile, risalente al periodo in cui era ancora fortemente influenzato dallo stile del cognato Andrea Mantegna.

Una resurrezione di Cristo che Bellini ha ambientato all'alba, al sorgere del sole e quindi alla rinascita del giorno.

Giovanni Bellini ha dipinto questa alba di colore rosato sullo sfondo del Cristo ancora molto pallido, il che permette, per contrasto, di sottolineare le tracce ancora presenti della sua morte.

Il Cristo che in questo momento emerge dalla sua tomba si trova ancora tra la morte e la vita.

Il suo corpo spento e il suo volto stanco, ancora privi dei colori della vita, ce lo presentano in modo ancora più drammatico.

Le zone bianche dipinte da Bellini sulle guance e sopra gli occhi infossati nelle orbite disegnano le ossa del cranio sotto la pelle del viso.

Pietà Imago Pietatis Il modo in cui Bellini ha utilizzato queste zone bianche per mostrarci il passaggio dalla morte alla vita è un vero e proprio colpo di genio dell'artista.

Il corpo di Cristo occupa tutto il primo piano, cattura e riflette tutta la luce del quadro e ci impedisce quasi di vedere ciò che lo circonda.

Cristo è ancora morto eppure tutta la luce sembra emanare solo da lui.

Si può ancora vedere la ferita sotto il suo seno destro, una ferita leggermente sanguinante.

Pietà Imago Pietatis Questa libertà artistica presa da Bellini nel lasciare che il sangue continuasse a scorrere dalla ferita di Cristo potrebbe anche significare che essa si è riaperta con il suo ritorno in vita, al fine di mostrarci il dolore causato dal suo sacrificio per salvare gli uomini.

Una libertà artistica tanto più evidente in quanto non vi è alcuna traccia degli stigmati della crocifissione sulle mani di Cristo.

Non si tratta di una dimenticanza, ma di una scelta volontaria da parte di Giovanni Bellini, poiché l'analisi radiografica del dipinto effettuata durante il restauro nel 2010 ha permesso di constatare che gli stigmati erano presenti nel disegno iniziale che si trovava sotto la pittura.

Pietà Imago Pietatis Questa scelta di Bellini sarebbe in linea con quella fatta da Filippo Lippi 25 anni prima, quando dipinse la sua «Imago Pietatis», che potete ammirare anche al museo Poldo Pezzoli di Milano.

Per quanto riguarda Filippo Lippi, è difficile dire se le mani del suo Cristo siano prive di stimmate data la loro posizione, tuttavia il corpo non mostra alcuna ferita, nessuna traccia visibile della crocifissione.

Giovanni Bellini ha visto e sarebbe stato influenzato dal dipinto di Lippi?

Purtroppo non abbiamo alcun elemento in grado di confermarlo, ma è una spiegazione possibile.

Il Cristo di Bellini è raffigurato in un ambiente roccioso e arido, ma che si apre su una campagna verdeggiante dove l'acqua scorre all'orizzonte nella parte destra, segno di speranza per l'umanità dopo la redenzione dei suoi peccati.

Sui fianchi rocciosi che incorniciano la tomba, si intravede un albero secco sul promontorio a destra e cespugli verdi su quello a sinistra.

Questi cespugli rigogliosi rappresentano la rinascita e la redenzione del genere umano grazie al sacrificio di Cristo.

Pietà Imago Pietatis